Il poliedrico artista Ugo Marano, scomparso prematuramente nel 2011, non ha mai spezzato il legame profondo ed appassionato con la sua terra natale, in particolare con Capriglia e Cetara. La sua genialità è stata riconosciuta al di lĂ dei confini nazionali, conquistando uno spessore internazionale attraverso esposizioni in grandi musei italiani ed esteri. Marano può considerarsi un maestro che ha saputo armonizzare tradizione materica ed innovazione formale, utilizzando i materiali piĂą disparati (dal ferro, al legno, al mosaico) e, soprattutto, nel saper modellare e decorare l’argilla: è stato il leader del gruppo” I vasai di Cetara “in Costiera Amalfitana. Difatti si definiva orgogliosamente e semplicemente “vasaio”.
Il filo che lega la Galleria Paola Verrengia, Nunzio Vitale e Ugo Marano si dipana in una prolungata amicizia e in una collaborazione di stampo progettuale. Questo filo vuole riavvolgere «Insieme/insiemi» che si apre il 26 maggio alle 11.30 presso la Galleria Verrengia sita in via Fieravecchia n. 34 in centro a Salerno. L’esposizione non solo vuole focalizzare la ricerca, il linguaggio peculiare e la sperimentazione dell’artista, che ha sempre allungato il suo sguardo verso orizzonti filosofici, ma riflette anche su di una familiarità intrinseca, frutto del meticoloso progetto espositivo curato da Vitale.
“Ho voluto creare un recinto di linee per la costruzione della rappresentazione delle piccole Sedie di Terracotta, pensate per disegnare una piazza,” spiega l’architetto Nunzio Vitale. “Linee oblique, sottili, che con diverse inclinazioni disegnano la parete, diventano linee espositive, provocando una forma di disagio nello spettatore e sollecitano il suo orientamento percettivo e cognitivo. Altri raggruppamenti sono dedicati alle strutture elementari polimateriche dei Tavoli e alle figure dei Piatti.”
Secondo Antonello Tolve, questa ulteriore esposizione rappresenta “un prezioso e asciutto lavoro di scavo in alcuni nuclei dell’ampio percorso ideologico e intellettuale messo in campo da Ugo Marano sin dal 1966”. I lavori selezionati per la mostra riproducono il pensiero di un artista che ha sempre sfidato la tradizione e la standardizzazione, creando oggetti e progetti provocatori, teorie utopiche e tensioni multiple che esondano gli argini della realtĂ percepita, verso un innovativo linguaggio non vincolato a valori di veritĂ ma di realtĂ .
Nel suo testo “Paesaggi per l’uomo nuovo”, Stefania Zuliani fa affiorare una dinamica essenziale dell’attivitĂ di Marano: “ogni parola, segno, azione che l’artista ha realizzato nel corso dei suoi infaticabili anni ha avuto lo scopo di mettere in movimento il paesaggio, domestico o ambientale, come un sasso gettato nell’acqua per suscitare onde…”. Queste onde sono intese come “linee aperte che tracciano direzioni, che indicano percorsi di scoperta e di trasformazione”.
La mostra esce fuori da un incrocio di diversificate sinergie e contributi, con lo scopo di far emergere la vita e le opere di una delle personalità dell’arte e del design più fertile ed eclettica del nostro tempo. La famiglia Marano e alla moglie Stefania hanno contribuito con il loro fondamentale supporto alla realizzazione dell’iniziativa.