Orrore a Campolongo, nel comune di Eboli in provincia di Salerno. Due pitbull uccidono un bambino di soli 13 mesi. La tragedia si è consumata questa mattina nel giardino di una villetta bifamiliare poco distante dalla litoranea.
Il bimbo si trovava tra le braccia dello zio quando i due pitbull gliel’hanno strappato dalla sua presa. Lo stesso zio e la madre del bimbo, presente sul luogo del tragico evento, hanno provato disperatamente a sottrarre il bimbo dalle grinfie e fauci dei cani, ma ogni tentativo è stato vano. Entrambi hanno riportato lievi ferite. I due avevano appena aperto la porta di casa per accedere nel giardino nel quale si trovavano i pitbull che si sono immediatamente scagliati sulla vittima con la dinamica descritta.
Gli animali vivevano in quella villetta ed erano tenuti in custodia dagli stessi familiari della piccola vittima, anche se erano di proprietà di un’amica della madre la quale in passato aveva vissuto anch’ella in quella casa ma che da tempo non vi dimorava più. Pare che la famiglia del bimbo avesse l’abitudine di tenere i pitbull chiusi in una stanza quando il bimbo era in circolazione. E’ immaginabile quindi che i cani non avessero familiarità col bambino e lo abbiano percepito come un estraneo e quindi come un pericolo.
I carabinieri della compagnia di Eboli stanno procedendo a tutti gli accertamenti, tesi a comprendere la dinamica, a chi appartenessero i cani, se siano stati dati in custodia permanente o temporanea e se via sia stata superficialità nella gestione degli animali. Quando si verificano episodi del genere vi sono delle responsabilità penali e civili. Sotto il profilo penale il reato che si configura quasi sempre in presenza di tragici eventi come questo è quello dell’omicidio colposo.
Nei casi in cui si ravvisa un comportamento particolarmente omissivo da parte di chi è responsabile della custodia degli animali potrebbe anche configurarsi il reato di dolo eventuale, che sorge dalla considerazione che il responsabile avesse la netta percezione dell’elevato rischio nel proprio comportamento e nonostante ciò abbia scelto di correre questo rischio. In questo caso – sebbene le circostanze in cui si è sviluppata la tragedia siano ancora non completamente note – il fatto che il bambino non fosse stato lasciato libero ma fosse tra le braccia dello zio escluderebbe una responsabilità tale da far sconfinare una responsabilità colposa addirittura in quella dolosa, seppur eventuale.
Sotto il profilo civilistico – in pratica relativo al dovere di risarcire il danno da parte del proprietario del cane e il diritto del danneggiato ad ottenerlo – non vi è un obbligo di assicurazione da parte dei proprietari dei cani. Tale obbligo sussisteva fino al 2009 ma solo relativamente ad alcune razze ritenute pericolose e contenute in un elenco specifico, ma da quindici anni non vi è più alcun obbligo, a meno che l’animale domestico sia inserito nel Registro dei cani dichiarati a rischio elevato di aggressività , compilato e aggiornato dai servizi veterinari. Ciò significa che è obbligatorio stipulare un’assicurazione per il proprio cane solo su segnalazione del veterinario ma non perché si tratti di un cane appartenente ad una razza particolare o di grande taglia ma perché quell’animale è già stato protagonista di episodi di aggressione a danno di terzi.