Tra gli enigmi più intricati della cronaca nera, c’è una voce che ha saputo dare forma e sostanza ai casi più oscuri e alle vicende più torbide della nostra città: Luciana Mauro. Con una carriera che spazia dagli anni di indagini serrate ai momenti di riflessione più profonda, la sua presenza nel mondo del giornalismo ha lasciato un’impronta indelebile.
Laureata in Scienze dell’Educazione, Luciana Mauro è stata Giornalista redattrice del quotidiano “Il Mattino” di Salerno.
Sono lieta di avere avuto l’opportunità, questo pomeriggio, di parlare con Luciana una vip della nostra città che ha risposto alle mie domande e ci ha raccontato della sua esperienza come Giornalista di cronaca nera a Salerno.
Certamente un lavoro di 30 anni nel campo della cronaca nera, è un lavoro molto impegnativo ma al tempo stesso affascinante.
Si è occupata di investigare su crimini e delitti, avvenuti qui in città, cercando di portare alla luce la verità e dare voce alle vittime, sempre con un linguaggio appropriato senza scadere nel macabro, nello splatter.
Ci sono stati momenti molto difficili nel suo lavoro da raccontare ma Luciana ha saputo gestire l’aspetto emotivo di fronte a storie così drammatiche.
“È vero, ci sono storie che ti segnano profondamente e ti lasciano con un senso di tristezza e rabbia. Cerco di restare professionale e obiettiva, ma è inevitabile che certi casi mi colpiscano emotivamente. È importante trovare un equilibrio tra l’empatia per le vittime e la necessità di fare un buon lavoro di informazione.
È sempre una sfida gestire l’aspetto mediatico di queste interviste, cercando di bilanciare il rispetto per la privacy delle persone coinvolte con la necessità di informare il pubblico. È un aspetto delicato del mio lavoro, ma ritengo che sia importante dare voce a tutte le parti coinvolte in una vicenda di cronaca.”
Grazie Luciana per la tua franchezza, e disinvoltura linguistica che ci affascina.
Nel 2014, con i figli Ivano e Diego, ha fondato l’Associazione culturale “Scriptorium. Comunicazione, Linguaggi alternativi, Dolce cultura”, che si occupa di editoria ed organizzazione di eventi.
Ama coniugare il “brivido” del giallo al gusto culinario…
D- Qual è stata la notizia più difficile da riportare nella tua carriera di giornalista di cronaca nera?
La morte atroce di una bimba di tre anni, Annarita Giordano, stritolata da un cancello automatico. Ero nella trincea e ho dovuto seguire l’iter dei soccorsi. Scene strazianti, difficili da dimenticare
D- Come gestisci l’aspetto emotivo e psicologico nel trattare storie di crimini e tragedie?
Quando un cronista di nera deve scrivere una notizia, freddezza e lucidità sono indispensabili. Ma chi è sensibile viene ugualmente segnato, e dopo aver riportato crimini e tragedie si resta inevitabilmente toccati.
D- Qual è il criterio che adotti nella scelta delle notizie da riportare e come eviti di sensazionalizzare gli eventi?
Verifico, poi scrivo. Ed evito titoli sensazionali che enfatizzano il reale contenuto del testo, solo per attirare lettori. Non lo ritengo onesto, quindi lo elimino dal mio stile, rinunciando a molti scoop. Purtroppo molti giornalisti fanno il contrario, ed io non li giudico. Dico solo che non serve essere letti da tutti per un giorno ed evitati per una vita da chi capisce alla fine la tua disonestà.
D- Qual è la tua opinione sull’etica giornalistica nella cronaca nera e come la rispetti nel tuo lavoro?
Metto l’aspetto umano davanti agli interessi. Alla fine paga.
D- Hai mai ricevuto minacce o pressioni durante la tua attività giornalistica nel campo della cronaca nera? Come hai gestito queste situazioni?
Tante, e le più temibili sono quelle dei tossicodipendenti, perché non ragionano e sono capaci di tutto. I boss, se non gli pestano i piedi, i giornalisti non li toccano.
D- Qual è stato il caso più complesso e intricato che hai dovuto seguire e come sei riuscito a portarlo a termine?
Un omicidio per droga di un ventenne che non aveva pagato una partita di eroina ed era stato punito con la vita. Accadde nelle frazioni alte di sera, sul tardi. Io e i fotografi fummo aggrediti e cacciati. Dopo dovetti andare in Redazione a scrivere il pezzo. Fu molto difficile, ma mi toccava.
D- Come mantieni l’obiettività e l’imparzialità nella tua copertura giornalistica dei fatti di cronaca nera?
Verifico e riporto la verità, senza aggiungere commenti personali. È un dovere di cronaca. Nel romanzo giallo, invece, mi lascio andare a riflessioni profonde. Il taglio della scrittura è diverso e lo consente.
D- Qual è il rapporto che hai instaurato con le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie nel corso della tua carriera?
Le fonti sono sempre preziose. Senza punti di riferimento sicuri non c’è verifica e non viene fuori un articolo corretto e veritiero.
D- Come ti prepari e ti documenti prima di scrivere un articolo sulla cronaca nera?
Ribadisco il rigore della verifica come propedeutico ad ogni articolo, soprattutto di nera. La penna può diventare uno strumento micidiale e non si può usare a casaccio.
D- Qual è il valore aggiunto che ritieni di apportare nel tuo lavoro di giornalista di cronaca nera rispetto ad altri colleghi? Cosa vorresti che restasse ai lettori dei casi che racconti?
Lascio ai miei lettori stabilire se esistono nel mio stile valori aggiunti. Ma vorrei poterli emozionare ad ogni rigo e lasciare in loro ricordi importanti. Come quelli di una città, Salerno, che non c’è più e che mi sforzo di rappresentare nella mia rubrica ‘Salerno noir’, che compare su Il Mattino da oltre un decennio e racconta in chiave romanzata i delitti avvenuti sul nostro territorio dal 1800 agli anni sessanta. Da questa è nato un libro, “Salerno noir. Storie di torbidi passioni e fatti di sangue”. Edito da Marlin e molto letto. Un vero successo. E un riscatto per chi, come me, ha scritto per anni cronaca nera “secca”. Ed ora ha potuto finalmente romanzarla. Dando una motivazione anche al più efferrato delitto.
Tra le sue pubblicazioni:
*Codice rosso. Dossier della Sanità in cronaca (2004),
*Passione assassina. Cronache di amori noir (2006),
*Itinerari del gusto (2007), Nonni in cucina (2008),
*Farmacisti salernitani. Viaggio nelle antiche spezierie (2010),
*Ricette per farsi sposare. Manuale d’amore cotto e mangiato (2012),
*Delitti in agrodolce (2014).