In un panorama letterario in continua evoluzione, dove le voci emergenti cercano il loro spazio al sole accanto a giganti affermati, si distingue la figura di Valentina D’Ambrosio, giovane promettente scrittrice.
Quest’oggi, abbiamo il privilegio di avere la sua disponibilità per un’intervista che ci porterà dietro le quinte del suo processo creativo, svelando le ispirazioni, le sfide e le aspirazioni che muovono la sua penna.
Valentina D’Ambrosio salernitana di nascita, una sensibile poetessa soprattutto legata alle tematiche sociali, perché fin da piccola in casa ha respirato pane e cultura, poesia, letteratura, giornalismo, e televisione.
Anche in città vive con la sua presenza gli incontri culturali, spesso partecipando con una sua poesia, un suo testo sempre sul pezzo e mio emotivo.
D- Dove sei nata dove vivi? da piccola hai da subito sentito il richiamo alla cultura alle belle letture o è stato un percorso nel tempo? scrivi di getto?
Dici bene Anna, vivo a Salerno, in casa mia si è sempre respirato un clima di cultura, scrittura, pane, amore e fantasia, sin da piccola entrambi i miei genitori e parenti tutti, mi hanno insegnato e inculcato come stile di vita, l’arte del bello, la fotografia, i dipinti e come tu ben sai, ed è noto a quanti mi conoscono la scrittura, sin da piccola sempre avevo il mio quadernetto sulla scrivania sempre pronto li a portata di mano, da ragazzina il famoso diario segreto dove nascondevo le mie marachelle e biricchinate.
La piuma bianca che si tinge nell’inchiostro come pece, e dà voce ai miei pensieri fluttuanti che vagano nella mia mente sognatrice, arricchiscono il mio vocabolario, leggendo libri di vario genere spesso storie di ‘malavita’, che mi hanno sempre affascinato, nonostante vadano in contrasto con la freschezza della mia giovane età, spazio da quotidianità, storie d amore, storie di vita vissuta, favole, storie di fantasia, tutto ciò che ha a che vedere con il vissuto e a volte anche il dolore personale a cui a me piace dare voce e giustizia nel mio piccolo, non sopporto le cose storte perché ritengo che dove c‘è cattiveria spesso si nasconde tanto dolore …
Amo la carte e la penna in tutte le sue forme, la carta d Amalfi in tutti i suoi colori perché penso che prima di whatapp e simili c’era un altro mondo fatto di più rispetto dove scrivere due righe significava, parlare o dichiararsi, comunicare, notizie, c‘era il commesso viaggiatore, che portava la lettera con il sigillo, verba volant, scripta manent «le parole volano, gli scritti rimangono» dicevano i latini.
D- Non voglio chiederti dell’influenza di tua madre la giornalista di Telediocesi Patrizia De Mascellis, perché so quanto tieni a lei, più di te stessa, questo ti onora, a me interessa sapere se chiedi consigli a lei, sia per la vita che quando scrivi???
Per quanto stimi mia madre ,nota giornalista di Telediocesi Salerno, Patrizia de Mascellis è stato il mio modello da sempre, ma per quanto possa sembrare una risposta scontata, ciò che faccio è tutta farina del mio sacco, in passato scrissi una piccola biografia per parenti e amici, che ebbe molto successo ahimè solo in questo ambito …
D- Hai già pubblicato un libro? Progetti per il tuo futuro?? cosa sogni? Una tua visione sul mondo contemporaneo?
Ogni tanto pubblico qualche poesia, ho collaborato 4 anni con la rivista ‘Fiorisce un cenacolo’ della dottoressa Anna Manzi e sono vincitrice di qualche premio, ma anche io mi do da fare.
Mia madre mi ha da sempre spronato molto in questo settore dandomi l ‘appellativo di Giò di ‘Piccole donne’, amo scrivere lo faccio da sempre, nascosta nella mia stanza e lo consiglio a tutti non solo come sfogo o racconto, tenere un personale diario di bordo. Scrivere fa bene alla mente e al cuore! Progetti per il futuro? mi piacerebbe continuare su questo percorso… ma chissà? Ahimè! se rimane un sogno, nel cassetto piegato e stirato, o lo indosserò come costume d’arte quotidiana ma chissà… Quando posso faccio volontariato, che tutti possono praticare liberamente.
Valentina: ringrazio la dottoressa Anna De Rosa per l’ospitalità ai suoi eventi e anche per l’occhio attento e osservatore sul mio piccolo operato.