Antonella Casaburi, nata a Vallo della Lucania (SA) nel 1980, dopo la maturità classica si trasferisce a Roma, dove si laurea in Storia della Critica Letteraria Italiana all’Università ”La Sapienza”. Docente di Lettere, Mirari è il suo romanzo d’esordio.
Premiata per il talento narrativo con cui sa trascinare il lettore nelle sue pagine, con il prestigioso Premio “Franco Corbisiero” ottiene l’ennesimo riconoscimento a suggello di una carriera fulminante.Il suo libro ha partecipato al Salone Internazionale del Libro di Torino, alla Fiera del Libro di Roma, al Salone Internazionale del Libro di Praga e sugli schermi nazionali.
Antonella ha detto: Ritengo che il più efficiente canale promozionale per la cultura consista nel far intervenire gli scrittori anche in luoghi diversi da quelli in cui tradizionalmente si parla di libri, perché gli scrittori sono coloro i quali ‘narrano’, e narrando mantengono viva e vicina la storia di un popolo, quel passato fatto di radici e cultura.
Dovrò invitarla ai miei «Incontri con le autrici»!
D- Dove sei nata? Dove vivi?
Sono nata a Vallo della Lucania (SA), nel Cilento. Dopo la maturità classica mi sono trasferita a Roma, dove mi sono laureata in Storia della Critica Letteraria Italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, incentrando i miei studi sulla critica e sulla teoria letteraria, sulla comparatistica, sulla cultura mitteleuropea, sulla lingua e sulla letteratura ungherese. Adesso vivo tra Roma e il Cilento.
D- Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico? Perché la voglia di scrivere?
Sono una docente di Lettere specializzata in critica letteraria. I libri e la letteratura hanno sempre parte della mia vita. Ho insegnato letteratura, ho scritto saggi letterari e recensioni di libri. Eppure, prima di “Mirari”, il mio romanzo d’esordio pubblicato dall’editore romano Lastaria nel 2021, non avevo mai scritto opere narrative. Mai avrei pensato di diventare una scrittrice: un romanziere, come amo definirmi.
L’esigenza di narrare, di lanciare un messaggio attraverso una storia romanzata, è nata in un momento preciso della mia vita. A Roma Termini, in procinto di partire su un treno notte per trasferirmi in Ungheria, presi un Intecity per il Sud, per il Cilento. Emerse dentro di me, forte e prepotente, l’esigenza di tornare nella mia terra, nel luogo delle mie radici. E ho iniziato a scrivere una storia di legami, di radici; di ritorno e di restanza. Era “Mirari”.
D- Come nasce una tua opera? Cos’è per te l’ispirazione? Cosa credi di comunicare attraverso il tuo scrivere? Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?
L’ ispirazione, che definisco la mia necessità di scrivere una storia, è giunta per me alla soglia dei 40 anni: quando ho avuto qualcosa di forte e di necessario da dire, quando dal profondo amore per la mia terra è nata la protagonista di “Mirari”, la romana Giulia che a Roma Termini prende un treno Intercity diretta nel Cilento. Tra i miei personaggi, tutti d’invenzione e spesso diversissimi tra loro, ce n’è sempre uno che ha il mio stesso sguardo.
Il compito del romanziere consiste nel dare voce a un luogo, a un’epoca, a chi la vive o l’ha vissuta, attraverso la finzione letteraria. Una storia chiede di darle voce, e il romanziere presta la sua penna. Inizialmente invento dei personaggi, che faccio agire; ma poi i personaggi, che rivelano un loro preciso volere e un carattere distinguibile, diventano vivi nella pagina. Capisco che la bozza è diventata un romanzo quando i personaggi parlano e agiscono in maniera coerente e autonoma, e quando la voce narrante diviene chiara e distinta.
D- Case editrici, Critici, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’editoria contemporanea del nostro Paese?
L’editoria contemporanea italiana ricalca per molti aspetti quanto avviene nell’editoria globale. Per noi scrittori il manoscritto che diamo alle stampe è la più alta espressione della nostra arte. E vorremmo solo che i lettori ci leggessero. Le istituzioni hanno un ruolo prioritario, giacché a loro spetta il compito di sostenere sia l’editoria che gli eventi di promozione culturale. Gli scrittori spesso tendono a parlare male delle case editrici, dimenticando che sono imprese in una realtà fortemente concorrenziale.
Il nostro libro è un prodotto da vendere, a cui si applicano le leggi del mercato, che piaccia o meno. Non potrebbe essere diversamente. Dei critici si parla ancora peggio. Provengo dal mondo della critica letteraria, i miei maestri sono stati alcuni tra i più stimati critici letterari e difenderò sempre il ruolo e la funzione essenziale del critico letterario.
L’editore stampa i volumi che ritiene più meritevoli, i più capaci di sopravvivere alla concorrenza; i critici, parlando al lettore, veicolano i libri e i messaggi che essi trasmettono. Istituzioni, case editrici e critici: sono loro a mettere in contatto il lavoro dello scrittore con il lettore finale. La realtà editoriale della valle dell’Irno è una realtà che da poco sto iniziando a conoscere. La trovo molto viva e propositiva. Gli editori hanno cataloghi ampi e interessanti, e gli eventi culturali sono numerosi, di grande qualità, e si svolgono lungo tutto l’arco dell’anno.
D- Progetti futuri? Aspettative di successo per il tuo libro/libri? I due anni con la pandemia per molti sono stati un tempo sospeso e catartico e di introspezione personale, tu come lo hai vissuto? Cosa ti ha lasciato?
Ho esordito in pieno periodo pandemico. Eppure, “Mirari” mi ha dato grandissime soddisfazioni. Con la mia opera prima sono stata al Salone del Libro di Torino, alla Fiera del Libro di Roma, al Salone Internazionale del Libro di Praga e sugli schermi nazionali. Ho iniziato a presentare il mio libro con le restrizioni che divenivano sempre più stringenti.
Ho imparato dalla pandemia a non posticipare mai nulla, perché da un giorno all’altro ogni progetto può subire un freno. Sto per uscire con un nuovo romanzo, che spero raggiunga e superi il successo del precedente. Un libro che per me sarà un nuovo esordio, giacché si tratta di un romanzo storico. Ambientato nella Roma antica, restituirà voce a uomini e donne realmente esistiti che sono stati attivi protagonisti della loro affascinante epoca.