Caryl Menghetti, 46 anni, uccide tra le mura domestiche il marito Diego Rota, di 56. E’ accaduto poco prima della 23,30 di ieri a Martinengo (BG). Il corpo dell’uomo è stato attinto da ben 10 coltellate, la maggior parte alla schiena e le ulteriori al collo, facendo presumere pertanto un’aggressione alle spalle. In casa nel proprio lettino la figlia di 5 anni della coppia, che pare non si sia accorta di nulla.
Ad allertare il 112 la sorella dell’omicida, la quale poco prima della mezzanotte ha ricevuto una videochiamata dalla sorella nella quale quest’ultima appariva sporca di sangue nonché delirante.
Giunti sul posto, i Carabinieri della Compagnia di Treviglio sono riusciti a calmare la donna quel tanto che gli ha consentito di sottrarle l’arma – un coltello da cucina – e di entrare nell’abitazione ove hanno trovato il marito a terra in una pozza di sangue. Caryl Menghetti, in stato confusionale, è stata poi arrestata. La coppia viveva al piano terra di una villetta di periferia con piscina, mentre nel seminterrato vivono i genitori di lei. La Procura dei Minori ha disposto l’affidamento della bimba ai familiari.
La donna ultimamente aveva avuto dei problemi lavorativi ed economici che si erano andati ad inserire su uno stato giĂ patologico mentale. Infatti circa tre anni fa, a seguito di segnali di eccessiva aggressivitĂ , la Menghetti era stata sottoposta ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio durato alcuni mesi, nel corso dei quali era stata ricoverata nel reparto di Psichiatria del locale ospedale.
Ieri mattina la donna ha manifestato delle allucinazioni e il marito l’ha accompagnata nuovamente al reparto di Psichiatria che l’aveva ospitata in passato.
Oggetto delle indagini della Procura sarà anche il comportamento dei sanitari che l’hanno visitata nel corso della mattinata. Infatti una delle prime domande che ci si pone di fronte ad omicidi compiuti da soggetti non sani di mente è se chi li aveva in cura avrebbe potuto, con le normali diligenza e cognizioni professionali, adottare comportamenti e/o terapie diverse da quelle effettivamente poi attuate. Nel caso di specie, ci si domanda per esempio se sia stato giusto affidare a terapie domiciliari il paziente oppure ancora se i farmaci somministrati erano a rilascio prolungato o meno.
La Cassazione ha chiarito che il medico psichiatra è titolare di una posizione di garanzia che comprende un obbligo di controllo e di protezione del paziente, diretto a prevenire il pericolo di commissione di atti lesivi ai danni di terzi e di comportamenti pregiudizievoli per se stesso. Altre sentenze di tribunali hanno affermato che è responsabile per omicidio colposo il medico pschiatra che non somministra la corretta terapia al proprio paziente, laddove quest’ultimo, proprio a causa dell’errata somministrazione, compia un omicidio.
Pertanto, si prevede che nelle prossime ore la Procura competente richieda la cartella clinica e/o ogni certificazione medica redatta nel corso della mattinata di ieri presso il reparto di Psichiatria, al fine di comprendere bene se, oltre alla principale indagata, vi siano anche sanitari da iscrivere nell’apposito Registro.
Nota: l’immagine di copertina ritrae la coppia felicemente sposata qualche anno fa.