I destini di De Sanctis ed Inzaghi vanno inevitabilmente di pari passo. Le ultime negative prestazioni della squadra, fatta eccezione per l’isolata vittoria contro la Lazio, spingono il Presidente Iervolino a definire un momento limite dopo il quale, in caso di persistenza di risultati non convincenti, saranno prese decisioni drastiche nei confronti del direttore sportivo e dell’allenatore.
Pertanto, dopo la partita con l’Atalanta in programma il 18 dicembre o al più tardi dopo l’incontro casalingo con il Milan, nella malaugurata ipotesi in cui la Salernitana dovesse raggranellare pochi punti e confermare la crisi di gioco, De Sanctis ed Inzaghi saranno sostituiti da un nuovo d.s. e da un nuovo tecnico.
E’ evidente che, sempre nella denegata ipotesi di persistenza di risultati negativi, l’arrivo di un nuovo direttore sportivo precederebbe quello del nuovo allenatore in quanto quest’ultimo sarebbe scelto anche e soprattutto sulla base dei desiderata del nuovo d.s..
L’allenatore piacentino ha probabilmente commesso degli errori nelle scelte effettuate a Firenze, in particolare quando non ha avuto il coraggio di effettuare sostituzioni già nel corso del primo tempo in cui, già dai primissimi minuti, si constatava chiaramente una squadra in difficoltà . Fare dei cambi già al ventesimo minuto dopo il secondo gol viola avrebbe anche significato dare un segnale forte alla squadra, facendo anche comprendere ai calciatori che chi non suda la maglia viene immediatamente penalizzato. La prestazione assolutamente negativa, visibile ictu oculi già dalle prime battute di gioco, avrebbe giustificato quello che nel calcio si vede molto raramente ma che probabilmente a Firenze sarebbe stato opportuno fare.
Mentre da un lato è comprensibile l’imbarazzo di un allenatore nel cambiare l’undici iniziale rispetto alla convincente partita contro la Lazio, dall’altro pare che il tecnico emiliano abbia dimenticato che un importante contributo a quella vittoria sia arrivato anche dal subentrato Legowski. Quest’ultimo è un calciatore che, nel problematico rendimento dei centrocampisti granata nel corso di questa stagione, si sia distinto per impegno, grinta ma anche capacità tecniche.
E’ sicuramente ora di impiegarlo dal primo minuto, a discapito – soprattutto in un eventuale centrocampo a due – di Bohinen, il quale ha dimostrato quasi sempre di trovarsi in difficoltà quando non ha due mezze ali sui suoi lati.
Inoltre diventa difficile assolvere l’allenatore anche sul mancato impiego dal primo minuto a Firenze di Dia, ormai pienamente recuperato. Quest’ultimo, insieme a Costil e, appunto, a Legowski paiono essere le uniche certezze ad oggi di Inzaghi in merito alla formazione da mandare in campo contro il Bologna. I dubbi che affollano la mente del tecnico in questo momento sono tanti. L’allenatore piacentino si sta soffermando con particolare attenzione sull’impegno dei calciatori nel corso degli allenamenti e probabilmente sarà questo dato che, solo alla vigilia della partita, spingerà l’allenatore a mettere in campo un giocatore invece che un altro.
Inzaghi, oltre ad avere dubbi sul modulo da adottare, è tentato anche dal modificare radicalmente i difensori in campo rispetto alla partita con la Fiorentina, in quanto la difesa – seppur mal supportata dal carente lavoro di filtro dei centrocampisti – è stato il reparto che più ha deluso in terra toscana.
Allora potrebbero trovare spazio almeno due tra Bronn, Lovato e Gjomber, con i primi due che, da subentrati, con la Lazio contribuirono a respingere bene gli assalti finali dei capitolini.
Resta inoltre da comprendere perché Inzaghi abbia tanto penalizzato Martegani per l’errore commesso contro il Cagliari che costò il primo gol; sono evidenti anche i numerosi errori, altrettanto gravi, commessi da altri calciatori in occasioni di altri gol subiti dalla Salernitana e non appare equo punire l’argentino oltre misura per un errore sì grave ma che non giustifica il mancato utilizzo sine limite.