Chi sono i buoni e chi i cattivi? Cosa ci rende tali agli occhi degli altri? Il bene e il male si cedono il testimone in staffette incomprensibili. Io sono stata cattiva, un tempo. Alcuni pensano che lo sia ancora. Non importa.
Due voci, o forse una. Due amiche, due anime. O, forse, una donna allo specchio…L’autrice accompagna il lettore attraverso le vicende di Diana e Serena, due amiche che vivono la stessa sorte dalla nascita. Entrambe abbandonate e adottate, cresceranno insieme fino a che Serena non dovrà seguire la famiglia altrove.
Inizia così un rapporto epistolare grazie al quale Diana ripercorre l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza. Condividerà con Serena i momenti più significativi della sua vita, fino a quello cruciale in cui scoprirà di essere stata adottata.
Tra ricordi teneri, dubbi dolorosi, coraggio e determinazione, Diana matura la consapevolezza dei propri sentimenti nei confronti della madre adottiva, del padre adorato, delle figure che le volteggeranno intorno e di cui spesso non sentirà il calore. Una lucida introspezione, raccontata con uno stile delicato ma diretto, senza fronzoli.
Claudia Squitieri è nata a Napoli nel 1971 e vive a Nocera Inferiore in provincia di Salerno. E’ sociologa e mediatrice familiare. E’ stata impegnata come operatrice sociale presso un centro di accoglienza per minori. Attualmente, scrive per una testata giornalistica on line, recensendo libri che divora. Ha deciso di mettersi alla prova come autrice: “Graffi” è il suo romanzo di esordio.
Sognatrice, crede che nella vita tutto possa accadere (anche io lo credo)… ci siamo conosciute perché ha seguito per intervistare sia me che le autrici del format INCONTRO CON LE AUTRICI da me curato presso la Provincia di Salerno.
D- Dove sei nato/a? Dove vivi?
R- Sono nata a Napoli. Ho vissuto in diverse città e da circa sette anni vivo a Nocera Inferiore, frequento molto Salerno.
D- Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico? Perché la voglia di scrivere?
R- Scrivere è un’esigenza che mi accompagna da sempre. Quando vivevo a Salerno e frequentavo la scuola elementare con le compagne, in particolare con Sara che ho ritrovato quando mi sono trasferita, riscrivevamo e interpretavamo favole note o anche scritte da noi negli spazi casalinghi. Coinvolgevamo i nostri amici e il pubblico era composto dai nostri familiari. La serata si concludeva con le gustose pizzette che ciascun genitore offriva. Erano pomeriggi bellissimi.
D- Come nasce una tua opera? Cos’è per te l’ispirazione? Cosa cerchi di comunicare attraverso il tuo scrivere? Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?
R- Il mio percorso è nato per caso. Dopo anni di trasferimenti, sono rientrata in Campania a Nocera Inferiore e ho iniziato a fare recensioni di libri per una libreria indipendente. Ho poi iniziato a collaborare con una testata giornalistica online e a scrivere il mio primo libro “Graffi” per Capponi editore. Un libro che era in gestazione nella mia testa da molto tempo e mi ha dato molte gratificazioni in quanto ha ricevuto diverse menzioni speciali. Successivamente ho scritto due racconti pubblicati in due raccolte di autori vari per la Casa Editrice romana Intrecci. Poi, mi è stato chiesto di scrivere una biografia sul Prof. Vieri Galli un noto otorino nocerino.
Scrivo quando ho l’esigenza di farlo. Nei miei pensieri c’è sempre qualcosa da narrare, ma fino a quando non diventa un’urgenza la lascio sedimentarie in un posto sospeso nella mente.
La vita in tutte le sue sfumature è l’impulso per la mia scrittura e nella vita ci sono gli incontri, le persone.
Mi piace l’idea di far riflettere qualcuno insieme a me o di provocare un’emozione.
Non ho un metodo per scrivere o forse sì, diciamo che tutto avviene in modo automatico e non saprei spiegarlo. Scrivo di quello che conosco, di quello che sento, di quello che il tempo mi lascia addosso di bello o di brutto.
D- Case editrici, Critici, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’editoria contemporanea del nostro Paese? E qui nella valle dell’Irno?
R- L’editoria vive un periodo complesso che ne determina spesso le scelte. Gli autori emergenti, anche molto talentuosi, fanno fatica a venire fuori ed è un peccato. La grande editoria segue la strada più facile per fatturare, poi ci sono i coraggiosi e appassionati che rischiano e mostrano che gli autori veri esistono ancora. È pur vero che negli ultimi anni stanno nascendo case editrici come funghi e non credo sia sempre un bene.
D- Progetti futuri? Aspettative di successo per il tuo libro/libri? Questi due anni con la pandemia per molti sono stati un tempo sospeso e catartico e di introspezione personale, tu come lo hai vissuto? cosa ti ha lasciato?
R- Il progetto futuro è quello di scrivere un nuovo libro e anche quello di fare in modo che “Graffi” spinga ancora a riflettere sul tema dell’adozione.
Ho un canale you tube paroleinmovimento.it che vorrei far crescere sempre più per promuovere la lettura e offrire la possibilità a tanti autori di parlare delle loro storie. Amo intervistare autori e chiunque abbia qualcosa di interessante da raccontare.
Cerco di vivere nel presente e lascio che la vita si riveli e mi ci tuffo dentro.
Il periodo che abbiamo vissuto e che ancora viviamo è un momento storico di cui probabilmente non abbiamo ancora compreso la portata. Personalmente, ho ripensato al mio modo di vivere e alle cose che davvero meritano cura.