L’avventura di restare è il pulsare poetico di un cuore, quello di Elio Pecora.
L’antologia, pubblicata da Crocetti Editore nel 2023, contiene una vasta parte della produzione lirica del poeta salernitano, romano d’adozione, che va dal 1970 al 2020. Suddivisa in sezioni, i titoli sono quelli delle passate raccolte dalle quali sono state scelte le poesie da preservare: Narciso in pensiero (1970), Motivetto (1978), Interludio (1987), Luoghi, Elegie, Figure e dediche, Nove poesie per la madre, Sedici poesie del non amore, Recinto d’amore, Per altre misure (2001), Favole dal giardino (2004), Simmetrie (2008), L’occhio corto, In margine (2011), Accordature (inediti).
Come scrive la curatrice Daniela Marchesani nella sua colta prefazione, Elio Pecora è “un autore legato al mondo classico che vive la modernità” seguendo gli insegnamenti di Euripide e dei poeti latini, leggendo con passione Leopardi, Saba, Ungaretti, Montale e Auden, giusto per citarne alcuni.
I suoi versi sono raffinati e particolarmente armoniosi (il poeta conosce la musica ed è anche un buon tenore), rivelatori di una immensa cultura e di una notevole conoscenza della tecnica; quest’ultima gli permette di costruire la sua poesia con “parole chiare e metriche piane”, di dare voce alla sua lucida coscienza – sempre pronta a interrogarsi, a osservare e a reagire – di guardare alla realtà così com’è, senza illusioni e con le sue contraddizioni. Solo accettando la mescolanza degli opposti, il dondolare fra la gioia e il dolore, l’ombra e la luce, può compiersi la vittoria dell’uomo su se stesso.
Non a caso, nella sua premessa all’opera, il letterato scrive:
“Ho insistito nel credo che quel che chiamiamo poesia sia significato e forma a un’esistenza, al difficile e mai negato restare”.
Quel “restare” che non è puro sperare, è agire, stare nelle cose, è possedere in sé l’amore per la vita, “per abitarvi nel suo intrinseco di pena e allegria con virile inquietudine”.
Della mia personale selezione, ecco alcuni frammenti e testi:
Oggi al balcone. Guardando la strada. Pensavo
Che veramente non ho un luogo dove andare, dove stare.
Che sono libero, ma questa libertà
è un vuoto, una solitudine.
Eppure ora so, proprio per questo vuoto,
per questa libertà solitaria, io ho il luogo della scelta.
Io sto qui.
Io voglio restarci.
È questo il posto. Questa la casa.
Questa la città della sosta.
*
Eraclito dice che la morte
è quel che vediamo da svegli.
Io compio l’avventura di restare.
*
Il niente sfalda l’attesa…
il molto da cui venimmo è un punto minuscolo…
*
Parola, esatta misura,
cavo dove starsene immobili
in un tempo senza mura
*
Mi chiedi – l’ora è di notte,
Venere sopra le antenne,
domani un confine brumoso
da valicare domani –
“Ma dove sta il nostro cuore?”
Quieti sediamo nell’ombra
fra oggetti usati da tanto
né conosciamo risposta,
solo teniamo l’istante:
il poco o niente che siamo.
E qui restiamo ad attendere
di farci vuoti nel sonno,
quindi al mattino salire
da un’acqua fonda lustrale
verso una terra di inizi.
*
Corre l’stante su un filo di lama,
non c’è varco nel cielo irraggiungibile.
*
È un mare senza sponde la memoria
se di continuo ti salgono incontro
altre facce, altre tracce, una voce,
solo un cenno, uno sguardo. Dove
tutto questo s’accorda? Mai cercato,
fuggevolmente visto, cancellato.
Ed ecco farsi avanti il ragazzo
che un mattino di agosto, sulla spiaggia
di un paese lontano, ti sorrise:
torna per dire che era lui l’amore,
bastava ricambiare quel sorriso.
Ha gli occhi azzurri e la zazzera d’oro.
Così la nostalgia sta nel tornare
dove non sei mai stato
se non ti sei fermato, e di là cominciare.
(Ha tradito sé stessa la memoria
se stavolta ha inventato. Ci fu mai
quel sorriso, e quell’azzurro, e l’oro?)
*
Nota a margine: per chi volesse ascoltarlo dal vivo, segnalo che Elio Pecora sarà il protagonista del quinto e ultimo appuntamento della rassegna Atlante delle Nuvole – Incontri con la poesia contemporanea, che si terrà domenica 27 aprile 2025, alle ore 17.30, presso il Chiostro di Santa Sofia, Benevento.