Cristiana Danila Formetta, scrittrice salernitana, si distingue per la sua capacità di esplorare le complessità delle relazioni umane attraverso i suoi romanzi, tra cui l’ultimo lavoro, un avvincente romanzo psicologico e sensuale.
La sua scrittura affronta temi delicati come la manipolazione emotiva, il gaslighting e la fragilità della memoria, rendendo i suoi libri sia coinvolgenti che profondi. In particolare, il nuovo romanzo presenta una protagonista, Chiara, che si trova a confrontarsi con il suo passato e con le illusioni create dai social media, rendendo la lettura non solo un’esperienza narrativa intensa, ma anche una riflessione sulle dinamiche delle relazioni moderne.
Cristiana Danila Formetta è anche un’attivista per l’editoria indipendente, avendo fondato il collettivo artistico LULU CHE FA STORIE, che promuove la condivisione e l’accessibilità dei libri. Con un’ampia gamma di opere che spaziano dal romantico all’erotico, l’autrice si impegna a dare voce a tematiche di rilevanza sociale, come la violenza contro le donne, attraverso le sue antologie. Il nuovo libro di Cristiana Danila Formetta sarà presentato mercoledì 23 aprile alle 18.00 presso la libreria Imagine’s Book di Salerno.
Anna de Rosa, artista, performer e curatrice di eventi, interpreterà un suo simbolico testo tratto dal libro.
La conduzione della serata è di Luciana Mauro, giornalista e scrittrice.
In occasione della presentazione del suo ultimo romanzo, abbiamo incontrato Cristiana Danila Formetta per approfondire i temi che attraversano la sua opera e scoprire cosa si cela dietro la costruzione di una protagonista intensa come Chiara. In un dialogo sincero e appassionato, l’autrice ci ha raccontato il processo creativo, le sue fonti di ispirazione e le riflessioni personali che alimentano la sua scrittura.
D- Il tuo ultimo romanzo affronta temi complessi come la manipolazione emotiva e il gaslighting. Cosa ti ha spinto a esplorare queste dinamiche nelle relazioni?
La scrittura, per me, è sempre stata uno strumento di indagine del reale e delle emozioni più profonde.
Ho voluto raccontare la manipolazione e il gaslighting perché sono esperienze comuni ma spesso invisibili, soprattutto per chi le subisce. Volevo dare voce a quella zona grigia delle relazioni in cui amore e controllo si confondono, per mostrare come si può restare imprigionati in legami tossici senza rendersene conto. È un tema che mi tocca da vicino, come donna e come osservatrice della realtà che ci circonda.
D- Chiara, la protagonista del tuo libro, vive un conflitto tra il passato e il presente. Qual è il messaggio che speri di trasmettere ai lettori riguardo ai ricordi e alla loro influenza sulla nostra identità?
I ricordi sono seducenti e traditori allo stesso tempo. Possono diventare un rifugio ma anche una trappola. Con Chiara ho voluto raccontare come la nostalgia e l’idealizzazione del passato possano offuscare il presente e impedire la crescita. Il mio messaggio è che solo guardando con lucidità – e con gentilezza – ai nostri ricordi possiamo davvero riconciliarci con noi stessi.
D- Hai fondato LULU CHE FA STORIE per promuovere l’editoria indipendente. Quali sfide hai incontrato nel creare un’alternativa all’editoria tradizionale?
Le sfide sono tante: la distribuzione, la visibilità, il tempo e le risorse limitate. Ma le soddisfazioni lo sono ancora di più. Il collettivo “Lulù che fa storie” (www.luluchefastorie.com) è nato dal desiderio di condividere, di abbattere le barriere tra chi scrive e chi legge, di creare un luogo di sperimentazione artistica. Il nostro approccio è libero, cooperativo e inclusivo. Scrivere è un atto che non deve per forza essere legato a una casa editrice tradizionale. L’indipendenza editoriale e il self-publishing sono anche una forma di militanza culturale.
D- In che modo i social media influenzano le relazioni moderne secondo la tua esperienza e la tua visione come scrittrice?
I social hanno amplificato sia la connessione tra le persone che la loro solitudine. Ci mostrano versioni filtrate della realtà, alimentano l’illusione di conoscere qualcuno attraverso uno schermo. Ne “La clessidra degli inganni” esploro proprio questo paradosso: come i social creino narrazioni seducenti ma distorte, capaci di incidere sulle emozioni, sulle scelte, sulle aspettative relazionali.
D- Hai scritto anche un galateo erotico e diversi romanzi di genere romantico. Come bilanci questi diversi aspetti della tua scrittura?
Per me l’erotismo è una parte naturale della narrazione delle relazioni umane. Che si tratti di un saggio o di un romanzo, cerco sempre di dare dignità al desiderio, alla sensualità, al corpo. Passare da un testo ironico a uno drammatico mi permette di esplorare la complessità delle emozioni. Non vedo una frattura tra i generi, ma piuttosto un dialogo continuo.
D- Qual è l’importanza della licenza Creative Commons per te e per il tuo collettivo artistico?
La licenza Creative Commons rappresenta la possibilità di condividere senza perdere il controllo sulle proprie opere. Anche questo è un gesto politico oltre che artistico: significa credere nella cultura come bene comune, nella circolazione libera delle idee, nella collaborazione tra autori. Per noi è anche un modo per dire che la scrittura può esistere fuori dalle logiche esclusivamente commerciali.
D- Come pensi che le esperienze delle donne sopra i 40 anni siano rappresentate nella narrativa contemporanea? Credo ci sia ancora molto lavoro da fare in questo senso?
C’è ancora molto da fare, sì. Le donne over 40 nella narrativa sono spesso relegate a ruoli secondari o stereotipati. Eppure è proprio in quella fascia di età che molte di noi vivono le trasformazioni più profonde. Io voglio raccontarle senza edulcorare né mitizzare: con la loro complessità, la loro rabbia, i loro desideri ancora vivi. Perché anche dopo i 40, o forse proprio allora, si può essere protagoniste della propria storia.
D- Sei anche revisore testi e ghostwriter. Quali competenze e esperienze hai acquisito in questi ruoli che influenzano la tua scrittura personale?
Lavorare dietro le quinte mi ha insegnato a essere più consapevole e attenta. Il ghostwriting soprattutto mi ha insegnato l’empatia: entrare nella voce di un altro, capire le sue intenzioni, restituirle in forma coerente. Tutto questo ha migliorato anche il mio stile, rendendolo più flessibile, più preciso, più vero.
D- C’è un particolare messaggio o tema che speri di esplorare nei tuoi prossimi progetti letterari?
Sto lavorando a un romanzo ambientato nell’Ottocento inglese, con i protagonisti sospesi tra desiderio, dovere e identità. È un romance storico, ma con una tensione emotiva e psicologica molto contemporanea. Mi interessa esplorare come i ruoli imposti – sociali, familiari, di genere – possano diventare gabbie anche nei sentimenti. E soprattutto, come l’amore autentico trovi il modo di emergere nonostante tutto, anche quando è scomodo, inaccettabile o scandaloso. È una sfida narrativa che mi sta appassionando moltissimo.
D- Infine, quali consigli daresti a chi desidera intraprendere una carriera nella scrittura, specialmente nell’ambito della narrativa romantica ed erotica?
Leggere tantissimo e con spirito critico. Scrivere ogni giorno, anche quando sembra inutile. E poi ascoltare: le storie sono ovunque, ma bisogna essere disposti a coglierle. A chi scrive romance o erotico dico: non abbiate paura della profondità. L’erotismo non è solo scena, ma significato. L’amore non è solo lieto fine, ma conflitto e trasformazione.