Il clima commosso del Caffè letterario nel carcere di Fuorni ha emozionato soprattutto l’autore.
Mimmo Della Monica, medico e scrittore di lungo corso, con il suo libro Silenzio, si sogna ha ispirato gli studenti detenuti. La loro preparazione, la passione e la volontà di recupero che mettono negli studi premiano l’Istituto Alberghiero diretto da Ornella Pellegrino, che ha voluto una sezione nella casa circondariale per offrire, a chi sta scontando la propria pena, la possibilità di guardare a un futuro nuovo, diverso.
Un impegno importante che sta dando i suoi frutti anche grazie a un pool di docenti ed educatori di alto profilo.
A incantare, nell’ultimo incontro prima degli esami di Stato ormai prossimi, sono stati i racconti ambientati in costiera, che lo scrittore “dipinge” con la penna alla pari di un artista. E riesce a toccare memorie, sentimenti e qualche rimpianto, passioni forti e introspettive che hanno animato un commovente dibattito.
Un dialogo vero, intenso, nato dall’ascolto e cresciuto tra le mura dell’aula scolastica all’interno del carcere, dove la parola scritta è diventata ponte verso emozioni condivise.
A renderlo ancora più vivo, le domande attente e penetranti degli studenti, che hanno trasformato l’incontro in uno scambio profondo e toccante.
Interventi degli alunni
«Dr. Della Monica, i fatti esposti nella narrazione la coinvolgono direttamente? Oppure no?»
A. Mario
«Dottore nei suoi racconti traspare una nostalgica presenza dei luoghi dell’anima. Tutto ciò è frutto di immaginazione letteraria o racconto autobiografico?»
Salvatore
«Nel racconto Il paese delle cicale, lei, dottore, manifesta i ricordi di un adolescente che esprime i valori di una Vietri rurale, contadina. Tutto ciò è un ricordo personale? Cantano ancora le cicale nella sua terra natìa?»
Giuseppe
«Lei, dr., nei suoi racconti fa riferimento alle sirene e a Ulisse. Quanto è ispirato dal mondo mitologico e cosa esprime per lei il tema della Sirena?»
Mariano
«In uno dei suoi racconti, tratto da storie tramandate da padre in figlio, lei ricorda la Dama in nero. Ricordo che mio nonno mi raccontava da piccolo questa storia. Quanto c’è di vero? Io sono originario di Cetara e la gente del posto ritiene e crede che tutto ciò sia reale. Cosa pensa lei a riguardo?»
Francesco
«Lei, nel racconto Amore senza fine, ha messo il tempo in pausa in amore e, dopo 25 anni, ritorna dichiarando il suo amore a Marianna. Nelle vite parallele, entrambi avete avuto un matrimonio fallito alle spalle. Quanto e se questa pausa le ha condizionato la vita amorosa in 25 anni?»
I. Mario
«Questa domanda è legata alla citazione di Allan Poe che recita: “Anche un piccolo autore possa scrivere un buon libro fino a lacerarsi il cuore”. Anche lei, doc., nella sua storia ha trascorso 25 anni per raccontare il suo amore mancato?»
I. Mario
«Lei, doc., conclude questo appassionante racconto con una storia dedicata ai campatori. Quanto c’è di vero in questa storia?»
L. Carlo
«Lei, dr., merita un plauso speciale per questo libro che sa di costiera amalfitana, di eccellenze del territorio, di profumi, di anfratti di scogli, di grotte e di posti meravigliosi. Sapientemente, lei, caro dr., ha trasmesso tutto ciò e noi la ringraziamo in coro, mostrandole tutta la nostra gratitudine.»
Giacomo
Si ringrazia:
• La direttrice della casa circondariale, dr.ssa Gabriella Niccoli
• La preside dell’Istituto IPSEOA “R. Virtuoso” di Salerno
• Il prof. Claudio Napoli, coordinatore della sede carceraria
• L’area educativa trattamentale rappresentata dalla dr.ssa Monica Innamorato
• L’associazione Scriptorum e la sua presidentessa, dr.ssa Luciana Mauro
• La polizia penitenziaria, che ha collaborato per tutte le iniziative del progetto e degli eventi
• I professori esecutori del progetto: E. Trimarchi, docente di lettere
• I professori di indirizzo professionale sala e pasticceria: G. Gaudiano e V. Pellino
Autore: Domenico Della Monica
Ospiti: Maurizio Pintore e Luciana Mauro