Resterà in carcere Louis Dassilva, l’uomo accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli per il quale la difesa aveva chiesto la scarcerazione. Secondo il gip Vinicio Cantarini il senegalese è verosimilmente l’assassino della 78enne accoltellata a Rimini e il movente sarebbe il timore che l’anziana assumesse un investigatore privato per scoprire chi fosse il nuovo amore della nuora, Manuela Bianchi.
Infatti la Bianchi pochi giorni prima dell’omicidio confidò all’amante la propria paura che la ex suocera ingaggiasse un detective con tale finalità, perché lo aveva già fatto in passato con l’ex marito, poi deceduto, in quella occasione anche al fine di ottenere l’addebito di responsabilità nel procedimento di separazione.
Il racconto della donna indagata per favoreggiamento è al centro delle motivazioni del gip sulla decisione di non concedere la scarcerazione. Secondo il gip, il racconto di Manuela, prima reso al Pm e poi cristallizzato in sede di incidente probatorio, è “pienamente credibile e attendibile”: la donna ha infatti dichiarato di aver incontrato l’ex amante in garage quella mattina e di aver saputo da lui della presenza del cadavere dell’anziana. Il 34enne le avrebbe inoltre detto come comportarsi e chi chiamare per i soccorsi.
La versione raccontata dalla nuora della vittima sarebbe riscontrata anche dall’audio della telecamera sita a circa 60 metri dal garage di Manuela (Dassilva poco prima del ritrovamento del corpo era nei pressi del garage di Manuela “senza alcuna spiegazione”) e comprovata dalla testimonianza di una residente del condominio che quella mattina è uscita in moto.
Secondo il gip, la decisione della donna di fornire soltanto in un secondo momento la versione completa di quello che sarebbe accaduto la mattina del ritrovamento del cadavere, sarebbe la prova che Manuela era sentimentalmente coinvolta durante la relazione con Dassilva e che lui invece si “preoccupava maggiormente della fine del suo matrimonio con Valeria Bartolucci”. Nell’ipotesi di fine del rapporto con Valeria, Louis avrebbe perso una fonte di sostentamento importante che gli consentiva anche di mandare danaro alla famiglia in Senegal, con la consapevolezza della stessa Valeria.
La creazione di una vita di coppia ufficiale con Manuela, oltre a fargli perdere detta condizione (Manuela non ha un’occupazione stabile), non gli avrebbe nemmeno consentito di trattenere rapporti con la moglie senegalese, considerato il carattere più possessivo della Bianchi.
La perizia sul cellulare di Manuela, inoltre, confermerebbe che la donna non era in garage al momento del crimine perché stava interagendo con il cellulare all’interno del proprio appartamento, mentre Dassilva “non ha alibi”. Stando agli accertamenti peritali, il 34enne non stava usando il cellulare al momento del delitto e le attività sarebbero “solo di sistema” e non manuali, come ipotizzato dalla difesa.
Per il gip è stato altresì rilevante il silenzio del Dassilva nel momento in cui è stato tolto il paravento che per tre giorni lo aveva diviso da Manuela. In quel momento, di fronte alla conferma della Bianchi di tutto ciò che aveva detto nel corso del lungo incidente probatorio, Louis è rimasto silenzioso e non ha avuto nemmeno il coraggio di guardare Manuela negli occhi. Inoltre il gip Cantarini ha evidenziato altresì la mancanza di piste alternative.
A questo punto appare concreto, all’esito delle indagini preliminari, un rinvio a giudizio del 34enne senegalese. Difficile immaginare inoltre che imputazioni più gravi del favoreggiamento possano riguardare la figura di Manuela Bianchi, tanto che la procura oggi si è recata nell’abitazione della Bianchi per rimuovere prim’ancora del suo effettivo trasloco le cimici presenti all’interno dell’appartamento.
Il terzo piano dell’edificio di via del Ciclamino si sta svuotando: la povera Pierina lo ha drammaticamente lasciato quella sera del 4 ottobre 2023, Manuela come detto lo lascerà a breve e pare che in questi giorni Valeria abbia raggiunto l’accordo con un acquirente per la vendita del suo appartamento. Giuliano andrà a vivere con la figlia nell’appartamento nel quale viveva la madre, dissequestrato soltanto lo scorso 7 marzo.