Il saggio di Laura Pugno (poeta, scrittrice, saggista e traduttrice), intitolato Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea, edito da il Saggiatore nel 2021, è un testo corale che nasce dalla stretta collaborazione tra diversi studiosi, critici e poeti che hanno cercato di delineare la dimensione della poesia contemporanea, non attraverso riferimenti di geografia reale, bensì di relazioni tra punti, linee di congiunzione, distanze e avvicinamenti, nuvole di parole e grafici.
Mappa immaginaria, appunto.
Un lavoro in fieri per riprodurre visivamente la forma della poesia, scorgerla tutta insieme con un colpo d’occhio fisico e mentale per disegnare una suggestiva costellazione di voci poetiche che, mediante gli strumenti e i linguaggi che la contemporaneità ci offre, diventi immagine. Figura che narri la poesia come una comunità viva di persone e opere, un campo di forze – ancora in parte inesplorato – che tutti possono contribuire a trasmutare in un prospetto grafico sempre più ampio e dettagliato.
Una affollata foto di famiglia – come sostiene Gianluigi Simonetti nel suo intervento – in grado di delimitare (e legittimare) lo spazio che questo nucleo occupa all’interno della tradizione letteraria italiana, restituendoci la molteplicità della sua composizione e il suo futuro più visionario.
Come si evince dall’introduzione, c’è davvero molto da apprendere e l’impegno non può dirsi assolutamente concluso. La natura della Mappa è, infatti, quella di un grande gioco, un work in progress concettuale, la cui percezione si modificherà nel tempo, insieme alla poesia. Gli aggiornamenti in merito possono essere seguiti in rete, all’indirizzo mappadellapoesia.it, i cui risultati integrano quelli riportati nel volume.
L’idea nasce a Madrid, tra il 2015 e il 2020, ma poi è cresciuta e si è sviluppata in molte altre sedi, con i contributi di Emmanuela Carbé (Università di Siena), Chiara Faggiolani (Università di Roma), Jesús López Fidalgo (Università di Salamanca), Elio Mazzacane, autore infografiche, Marina Misiti, reportage e sketch artist, Matteo Meschiari (Università di Palermo), Leire Alegría Murillo (Università della Navarra), Barbara Pastorini, communication designer, SciamLab, Gianluigi Simonetti (Università dell’Aquila), Lorenzo Verna, esperto di Big Data e network analysis e Maurizio Vivarelli (Università di Torino).

L’esperimento parte dal processo di selezione dei poeti da mappare (novantanove in tutto e non cento – per sottolineare che si tende verso qualcosa che forse nella sua completezza non può aversi – con riguardo a componimenti, età, regione di provenienza), passa per l’identificazione di sette categorie di lettura – variabili – attorno alle quali far ruotare l’analisi delle poetiche (Affettività, Assertività, Conoscenza, Io, Mondo, Perfomance, Sperimentazione), riepiloga le azioni intraprese per tradurre in numeri i legami (più o meno forti) fra i poeti e queste ripartizioni.
La Mappa, o meglio, le Mappe che sono andate via via formandosi isolano un momento preciso nel tempo le cui finalità sono:
– esplorare e sperimentare la sovrapposizione di poesia e dati;
– favorire il confronto, la ricerca e la conoscenza di questo mutevole universo;
– avvicinare altri lettori grazie a nuove chiavi di accesso;
– destinare la poesia contemporanea a qualcosa di inconsueto, a rinnovate percezioni e consapevolezze di sé.
La lettura di questo elaborato è illuminante per due peculiari ragioni:
1. è prodigiosa intuizione artistica di vedere cose invisibili;
2. è riflessione aperta “sull’istinto mappante dell’essere umano, sull’orientamento come tensione ancestrale che cerca un medium per incarnarsi, farsi immagine e poi parola di racconto”.
«Un giorno è probabile che leggeremo versi scritti con i laser sulle nuvole… perché la poesia può tutto, con la poesia si può fare tutto, è il luogo del più forte potere della lingua».