Un incontro aspettando la luce del giorno. È stato questo il metaforico significato dei Caffè letterari fondati dalla sezione dell’Istituto Alberghiero Virtuoso, diretto da Ornella Pellegrino, con sede nel carcere di Fuorni. Un’iniziativa che, in collaborazione con l’associazione culturale Scriptorium e con la partecipazione della sua presidente Luciana Mauro, ha trasformato la lettura in un momento di riflessione e condivisione.
L’incontro ha avuto come protagonista il libro Aspettando le stelle di Gabriela Bellissimo, un’opera che ha saputo incantare un gruppo di detenute. Guidate dalla docente referente del progetto, professoressa Lia Trimarchi, le partecipanti hanno rivolto all’autrice una serie di domande toccanti, dimostrando di aver colto appieno l’essenza dell’opera e il valore di un’iniziativa che mira a dare alla detenzione un obiettivo di recupero e non solo di restrizione.
L’evento non è stato solo un momento di dialogo letterario, ma anche un’occasione per esaltare le capacità organizzative e gastronomiche della scuola, che ha saputo creare un’atmosfera accogliente e significativa. Il progetto, che ha riscosso notevoli consensi, continuerà fino alla fine dell’anno scolastico, quando le detenute sosterranno una prova dinanzi a una commissione, un esame che analizzerà le loro capacità sensoriali e la loro crescita emotiva attraverso la lettura.
Le testimonianze delle detenute: emozioni e riflessioni attraverso la scrittura
Le domande e le riflessioni delle partecipanti all’incontro hanno rivelato il profondo impatto che la lettura ha avuto su di loro, toccando corde intime e personali.
“Posso darti solo la vita, una parte della mia memoria. I tuoi occhi conosceranno la gioia, il dolore e il desiderio di scoprire il mondo. Sarai la parte migliore di me, la metà del mio cuore l’ho donata a te quando sei venuto al mondo e, tra il vento che accarezza i tuoi sogni, ci sarò anch’io. Insieme sogneremo il futuro che abbraccerà entrambi per la felicità eterna. Diventerai uomo, marito, papà e sarai il dono più grande che una donna e un figlio potranno avere, ma resterai per sempre il mio bimbo.”
Le parole cariche d’amore di questa testimonianza esprimono il legame indissolubile tra una madre e il proprio figlio, un amore che trascende il tempo e le difficoltà.
“Essere donna”. “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimata e io ti amo” (Isaia 43:4).
Un pensiero che sintetizza le emozioni e le sfide legate all’essere donna: la forza, la capacità di amare e soffrire, di celare il dolore dietro un sorriso. Una riflessione profonda che porta a chiedersi:
➡️ “Dopo un tale scritto, lei è riuscita a mescere ogni forma di esistenza in un’unica essenza, creando una donna gemella?”
Un’altra testimonianza si concentra sulla dicotomia tra la notte e il giorno, un’alternanza che rispecchia i contrasti interiori di chi scrive.
“È mia buona abitudine ormai svegliarmi quando ancora è buio e, tra l’odore del caffè, scrivere su fogli stropicciati versi che urlano e sono pesanti per la mia anima. Lentamente scompare la notte, compaiono i primi raggi del mattino e mi rendo conto che la mia anima è ancora graffiata e i versi sono sempre quelli che urlano.”
➡️ “Dottoressa, come sviluppa questa dualità tra notte e giorno?”
Tre vissuti, un unico filo conduttore
L’esperienza dell’autrice emerge attraverso tre testi che rappresentano momenti significativi della sua vita, uniti da un comune filo conduttore.
🔹 “Inquietante”
“Il malessere che colpisce l’animo umano, una sorta di depressione che spegne la capacità di vedere il positivo. Ogni cosa diventa pesante, i traguardi sembrano irraggiungibili e la solitudine prende il sopravvento, a meno che non si trovi la forza di reagire.”
➡️ “C’è un significato autobiografico dietro queste righe? Cosa rappresentano per lei?”
🔹 “Il percorso”
“Darsi un obiettivo e seguirlo con determinazione, senza lasciarsi spezzare dalle opinioni altrui o dai propri fallimenti. Guardare oltre ciò che si conosce per scoprire nuovi orizzonti e far crescere se stessi.”
➡️ “Qual è stata la sua spinta motivazionale nel reagire dopo un evento negativo? Quali sono i suoi obiettivi?”
🔹 “Proprio da lì”
“Non bisogna nascondere ciò che si è o ciò che si è vissuto. Ogni dolore, gioia o lacrima versata ci ha resi ciò che siamo. Prendere insegnamento dal passato per ricominciare più forti, senza rinnegarlo, ma costruendo su di esso un futuro migliore.”
➡️ “Più che una domanda, vorrei esprimere una riflessione: per me questo segna l’inizio di una nuova vita, in cui il passato non viene negato, ma utilizzato come base per ricostruire, proprio come una ferita ricucita con fili d’oro.”
Un progetto che lascia il segno
L’incontro ha dimostrato come la letteratura possa diventare un ponte verso la consapevolezza di sé, offrendo alle detenute un’opportunità di espressione e crescita. La scrittura di Gabriela Bellissimo ha saputo toccare corde profonde, creando un dialogo intenso tra autrice e lettrici. Un’iniziativa di grande valore, che testimonia l’importanza della cultura come strumento di riscatto e di rinascita.