Con l’avvento di dicembre, il 2024 si avvia spedito verso il suo definitivo crepuscolo. L’ultimo mese dell’anno è notoriamente un periodo di attese, con le consuete ricorrenze natalizie e l’arrivo di un nuovo anno, il 2025, ormai alle porte. A conclusione di ogni ciclo, è buona abitudine redigere un proprio bilancio personale e rispolverare la cara vecchia lista dei buoni propositi (constatandone, non di rado, la loro mancata realizzazione).
Il 2024 è un anno bisestile che, come è noto, consta di un giorno in più sul calendario nel mese di febbraio. Nel folklore popolare, questo termine è spesso sinonimo di malasorte, disgrazia e disavventura; si pensi al bisestile 1912, al quale si associa il naufragio del Titanic al largo dell’Oceano Atlantico; si pensi anche al bisestile 2004, con il terribile terremoto e maremoto nelle regioni costiere dell’Indonesia; si pensi al più recente 2020 – indubbiamente cristallizzato nella memoria collettiva di tutti – con lo scoppio della devastante pandemia di Covid-19.
In vista del nuovo anno, ci preme dunque fare un riepilogo di tutti quegli avvenimenti che, in un modo o in un altro, hanno segnato il corso della storia mondiale nel 2024. Ecco una rapida carrellata, mese per mese.
GENNAIO
Il primo giorno del 2024 ha un risveglio decisamente drammatico. Siamo in Giappone e più precisamente nella penisola di Noto, tra le prefetture di Niigata e Ishikawa. La popolazione, ancora ebbra di festeggiamenti per la notte di Capodanno – il Paese nipponico vanta, si sa, una tradizione antichissima in materia d’arte pirotecnica – viene colpita, alle ore 16 locali, da una potentissima scossa di magnitudo 7.5 Mww. Le vittime accertate sono 148, con oltre mille feriti e una cifra ingente di danni economici. Si tratta dell’evento sismico più significativo avvenuto in questa regione dal 1983.
FEBBRAIO
Il secondo mese dell’anno è indiscutibilmente segnato dalla morte di Aleksej Naval’nyj in una gelida colonia penale artica. Qui, in questo luogo tetro ai confini del mondo, il più fervido oppositore di Vladimir Putin fu condotto nel 2022 per scontare una pena detentiva di 9 anni, aumentata a 19 durante il periodo di reclusione. L’attivista russo era stato giudicato colpevole di «frode e insulti ad un giudice» e successivamente di professare ideologie «estremiste», tali da mettere a serio rischio la sicurezza del Paese. Ancora oggi, a distanza di mesi, non sono chiare le dinamiche del decesso – per i funzionari del carcere, Naval’nyj sarebbe stato vittima di una bizzarra «sindrome di morte improvvisa» – ma è decisamente lecito supporre che, dopo casi di avvelenamento e svariate e reiterate torture, la realtà sia ben diversa da quella narrata dal Cremlino.
MARZO
Rimaniamo in territorio russo. E sì, perché nelle giornate del 15, 16 e 17 marzo si svolgono le elezioni presidenziali che si concludono con la vittoria bulgara – pari all’88% dei consensi – del Presidente uscente in carica. Una tornata elettorale tenutasi in un clima di autentico terrore, con arresti e persecuzioni a danno di tutti quei cittadini russi che non si rispecchiano nell’autocrazia putiniana. Marzo è, però, anche il mese dell’ingresso ufficiale della Svezia nella NATO, dopo ben duecento anni di storica neutralità.
APRILE
La prima giornata di aprile vede lo scoppio delle tensioni tra Iran e Israele. La comunità internazionale viene scossa, infatti, dal bombardamento del consolato iraniano di Damasco ad opera delle forze aeree israeliane. Sedici persone periscono nell’attentato, tra cui vari membri di spicco del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica e due civili siriani. Si tratta di un attacco militare culminato dopo mesi di ostilità reciproche e che si incastra nella cosiddetta guerra per procura tra i due Stati mediorientali. Un evento che ha dato il là alla controffensiva iraniana del 13 aprile, con il lancio terra-aria di 200 missili diretti verso il nemico. È di fatto il primo attacco concreto della storia, da parte dell’Iran, sferrato sul territorio israeliano. Uno scontro, quello tra Gerusalemme e Teheran, che si innesta nel più grande conflitto tra Israele e Hamas, senza dubbio l’argomento geopolitico più dibattuto del 2024.
MAGGIO
L’evento maggiormente rappresentativo del mese di maggio – che contribuirà ad acuire parte delle tensioni in Medioriente – si ricollega allo schianto aereo, avvenuto in Iran, con a bordo il Presidente iraniano Ebrahim Raisi ed altre sette personalità di rilievo, tra cui il ministro degli Esteri del Paese e il governatore della provincia dell’Azerbaigian Orientale. Le cause dell’incidente, per bocca della stessa guida suprema Ali Khamenei, sono state attribuite al maltempo e alla fitta nebbia che avvolgeva il luogo del sinistro. Le ipotesi di un possibile attentato sono state dunque scartate a priori. Non vi è dubbio, però, che Raisi vantasse nemici interni ed esterni, essendo il Capo di Stato di un regime teocratico estremamente autoritario. Israele e Stati Uniti, dal canto loro, si sono prontamente smarcati da ogni forma di illazione. Come è facile immaginare, non vi sono stati superstiti a seguito dell’incidente.
GIUGNO
Giugno è il mese di tornate elettorali importanti a livello nazionale e non solo. Tra il 6 e il 9 giugno si sono svolte, infatti, le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo tra tutti gli Stati membri dell’UE. I risultati delle urne, che hanno visto la vittoria schiacciante delle destre, provocano scossoni politici notevoli su scala nazionale; è il caso, ad esempio, della Francia. A distanza di poche ore dall’esito del voto, il Presidente Emmanuel Macron scioglie il Parlamento e indice elezioni lampo per il rinnovo dell’Assemblea nazionale, in virtù, proprio, del fallimento a Strasburgo. Contrariamente però ai sondaggi, Macron riesce a mantenere il timone del Paese, sebbene a fatica. Il mandato, destinato a concludersi nel 2027, rimane, tuttavia, fortemente sull’orlo del precipizio, come appare evidente dalle ultime vicende parlamentari. Negli ultimissimi giorni di dicembre è stata infatti votata la mozione di sfiducia del governo Barnier dal Parlamento francese.
LUGLIO
L’estate elettorale del 2024 non si conclude in Francia. Altre elezioni cruciali – fissate ai primi giorni di luglio – si svolgono, infatti, in un’altra Nazione storica dell’Europa, ovvero il Regno Unito. Rispetto alla scadenza naturale della legislatura, il Premier conservatore in carica, Rishi Sunak, decide di indire con leggero anticipo le elezioni generali a causa di problemi di natura politica ed economica che attanagliano da tempo il Paese. Gli esiti delle urne si riveleranno inoppugnabili: il partito laburista, guidato da Keir Starmer, stravince la sfida elettorale conquistando 412 seggi su 650 alla Camera dei Comuni. I Labour tornano a Downing Street dopo 14 anni dall’ultima volta (occorre risalire al breve mandato di Gordon Brown dal 2007 al 2010).
AGOSTO
Agosto è notoriamente un mese fiacco di notizie rilevanti. Eppure, qualcosa di delicato accade nel mondo. Voliamo in Asia per atterrare in Bangladesh, il Paese del Bengala. Siamo qui, nel mezzo di una rivolta dalle dimensioni epocali che porterà alle dimissioni – e alla fuga in India – della Prima Ministra Sheikh Hasina, in carica dal 2009. Si materializza, di fatto, un colpo di stato dopo un mese di sanguinose rappresaglie da parte di una generazione, la GenZ, stanca di subire soprusi. Dietro le proteste, ovviamente, non può mancare l’esercito, che cercherà in tutti i modi di prevaricare. A spuntarla saranno però gli studenti. Di lì a poco, infatti, il Presidente della Repubblica Popolare del Bangladesh scioglie il Parlamento e nomina Capo del governo ad interim Muhammad Yunus, professore di economia, nonché Premio Nobel per la pace nel 2006. Una rivolta, questa, che passerà alla storia come la rivoluzione della Generazione Z.
SETTEMBRE
Lasciamo l’Asia per rientrare in Italia, e non per rimembrare momenti giulivi. La terza settimana di settembre si rivela infatti tragica per l’Emilia-Romagna dal punto di vista climatico e idrogeologico. Fenomeni alluvionali eccezionali, con precipitazioni estreme pari a 350 mm di pioggia, metteranno allo stremo una regione già sfinita dai cataclismi avvenuti nel recente passato. La portata del disastro è allarmante: saranno ben quattro i fiumi ad esondare, causando l’allagamento di molti Comuni – tra cui, in parte, la città di Bologna – e lo sfollamento di oltre mille persone. A poco è valsa la lezione del 2023, sebbene i danni siano stati di poco inferiori rispetto ad allora.
OTTOBRE
Da un disastro naturale all’altro. Non in Italia, ma in Spagna. Il riferimento, chiaro e lampante, appartiene già all’immaginario collettivo: ci riferiamo, ovviamente, alla terribile alluvione di Valencia. Siamo alla fine del mese di ottobre, quando un’immensa goccia fredda si abbatte sulla regione valenciana, portando distruzione e devastazione ovunque: si conteranno oltre 229 vittime e un numero incalcolabile di persone disperse, con danni economici sostanziali tuttora non quantificabili. Un disastro epocale che porterà a severe contestazioni indirizzate all’intero establishment politico. Il Premier spagnolo Pedro Sanchez, recatosi sul luogo della catastrofe, verrà addirittura colpito alle spalle da un oggetto contundente. Anche nel caso di Valencia, la prevenzione si è rivelata pressoché inesistente nonostante un precedente ragguardevole, benché datato, risalente agli anni ’50 del XX secolo.
NOVEMBRE
Novembre è il mese dell’evento politico più atteso dell’anno: le elezioni presidenziali negli Stati d’Uniti d’America. Dopo un’estenuante campagna elettorale – fatta di ripicche personali, clamorosi ritiri e attentati sventati – Donald Trump e Kamala Harris giungono all’appuntamento elettorale praticamente appaiati, almeno secondo i sondaggi americani. La realtà, come sappiamo, sarà però ben diversa. A poche ore dalla conclusione dell’Election Night del 5 novembre, i risultati appaiono inequivocabili: il tycoon trionferà in tutti i sette Swing States, migliorando anche la prestazione del 2020. Donald Trump diventa, dunque, il 47° Presidente eletto degli Stati Uniti d’America. Per i democratici è un’autentica disfatta.
DICEMBRE
Il mese tuttora in corso non è giunto ancora alla sua metà, eppure di avvenimenti importanti – per non dire esiziali – sono già avvenuti in più parti del mondo; dalla crisi in Corea del Sud – con la dichiarazione della legge marziale da parte del Presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, salvo poi ritirarla a stretto giro – al colpo di stato in Siria, con la caduta del regime di Bashar al-Assad dopo 24 anni di puro terrore.
In questo magma di notizie angoscianti ce n’è una, però, che allieta l’animo, ovvero la rinascita della cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Dopo il devastante incendio dell’aprile 2019, lo storico luogo di culto – nonché simbolo parigino – ha finalmente riaperto i suoi battenti dopo anni di delicati lavori di ristrutturazione. L’intervento di recupero, costato 700 milioni di euro, è stato ritenuto strettamente necessario per riportare la cattedrale al suo antico splendore. La cerimonia inaugurale – un vero e proprio evento cult internazionale – si è svolta sabato 7 dicembre nel tripudio generale della folla e al seguito dei maggiori Capi di Stato di tutto il Pianeta (Donald Trump e Volodymyr Zelens’kyj compresi). Ed è con questa notizia, confortante e rassicurante, che intendiamo salutare l’anno con positività, nell’attesa di un 2025 carico di emozioni e di contenuti.