Una nuova monografica al Civico 23 Visioni/Versioni ripercorre dal ‘97 fino ad oggi i lavori su carta dell’artista polacca Justyna Ralicka. Lo start è previsto per sabato 14 dicembre alle ore 18.00.
Si offrono allo sguardo del fruitore una successione di opere che emergono dall’interiorità e mostrano un universo visionario dell’artista. Sono suddivise per tema, e l’approccio grafico/pittorico è individuale ed autentico.
Il curatore Angelo D’amato mette in luce come: “Il mondo di Ralicka è costellato di figure immaginarie, potremmo, a rigor di logica, associarlo al mondo variopinto della fiaba, che denotano una straordinaria capacità evocativa, ovvero tracciano quella sottile linea di confine tra immaginazione e realtà che ci spinge a ragionare sulla possibilità di rievocare figure fantasiose animate però da un sentimento di forte impatto personale, emozionale, a tratti psicologico.
D’altronde le favole sono il risultato delle nostre attese, delle nostre paure, di quanto è possibile manifestarle in forma di simbolo, celando aspetti di noi che altrimenti non riusciremmo ad esprimere. Ralicka fa della sua arte un dialogo continuo tra strane creature e ambienti costituiti da forme in dissolvenza o volontariamente definite. La figura, dal canto suo, è già “paesaggio” nella misura in cui si genera attraverso grovigli filiformi di linee, tracciate liberamente a comporre immagini la cui resa comunicativa è data da un’insistente materia segnica e cromatica.
E’ una materia che sembra destinata ad esplodere e, a tratti, ad implodere in una continua, incessante, sovrapposizione di figure appena abbozzate che lasciano spazio all’immaginazione del fruitore, a cui è data la possibilità di una interpretazione a più livelli.
Attraverso la lettura delle opere dell’artista si arriva a considerare una serie di fattori estetici che si nutrono non solo dell’immaginazione ma, anche, di rimandi iconografici, di cliché. Tali fattori rientrano in una logica psicoanalitica in cui si assiste alla fusione, condensazione, di una serie di significati che generano versioni.
Se le visioni soggiacciono all’interpretazione dell’artista, le versioni sono il frutto di continue elaborazioni strutturali/compositive che nascono, o sembrano nascere, da un caos popolato da “personaggi” dall’aria familiare ma che, ad una lettura più approfondita, rivelano un aspetto nascosto, quasi arcano e indecifrabile. I riferimenti a Bosch, alla sua pittura visionaria, sono abbastanza espliciti, come pure all’arte di Chagall, leggera ed eterea quanto basta per essere fonte di ispirazione.
Infine il colore, anche qui diluito in diafane superfici, oltre a fare da sfondo sembra parte integrante della figura, anzi ne costituisce l’ossatura. Infatti il colore accompagna il segno tracciato, anche quello più spontaneo e compulsivo, dandone “volume” e quindi le figure che apparentemente si sviluppano su base bidimensionale prendono corpo, si “riempiono” di macchie di colori iridescenti che, in coerenza con il proprio contesto, diventano elemento caratterizzante di quella serie o composizione in serie. L’insieme di segno e colore appare piacevolmente accogliente in un procedimento dal forte impatto visivo, dinamico e, al tempo stesso, caduco e ambivalente.”
Biografia dell’artista
Justina Ralicka è nata nel 1974 a Danzica (Polonia) e in questa stessa città vive e lavora. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Danzica presso la facoltà di Pittura e Arti Grafiche ha iniziato a sperimentare la pittura, la grafica di laboratorio, la scultura e l’illustrazione. Ha partecipato a numerose mostre in Polonia e molte sue opere sono in collezioni nazionali e straniere. Ha già partecipato alla Rivista in scatola numero uno promossa dal Civico 23 dove espone per la prima volta con questa personale.