Il cinema sarà pure in crisi, ma l’horror gode di splendida salute: il 2024 si è rivelato un anno a dir poco glorioso per il genere, a compimento di un percorso iniziato ormai un po’ di anni fa con l’entrata in scena di registi capace di portare una ventata d’aria fresca nei meandri più oscuri e inquietanti della settima arte. Un percorso che, va da sé, fortunatamente sembra ancora in là dal potersi dire concluso, tant’è che prima dell’anno nuovo ci saranno ancora un po’ di botti da sparare: prima di pensare al futuro, però, vale la pena dare uno sguardo ai titoli che, nel corso di quest’anno, hanno terrorizzato, disgustato e sconvolto il mondo intero.
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Ripensare al 2024 cinematografico sarà impossibile, ad esempio, senza figurarsi in mente il volto di Art il Clow, protagonista di Terrifier 3: il terzo capitolo della saga del pagliaccio demoniaco che fece il suo esordio nel 2016 ha confermato quanto di buono fatto dai precedenti capitoli, aggiungendo un tocco di trama in più (va detto, davvero poca roba) ma spingendo a manetta sull’acceleratore per quanto riguarda splatter, sangue, mutilazioni e omicidi che sono anche stavolta un capolavoro di malata fantasia e artistico orrore (il consiglio, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, è di non mangiare prima o durante la visione del film).
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Parlando di sorrisi inquietanti, è giusto dedicare un passaggio a Smile 2: forse il meno artisticamente interessante del lotto, il sequel del film uscito nel 2022 riprende la storia della misteriosa entità sorridente che costringe al suicidio i malcapitati di cui si impossessa, procedendo poi a perseguitare chi ha avuto la sfortuna di assistere alla morte del precedente ospite. Non il film della vita, ma un valido esempio di come anche un film dalle chiare voglie commerciali e con il grande pubblico come target possa intrattenerci a dovere con jumpscare ben piazzati, atmosfere azzeccate e iconografia ben giocata (il volto distorto in un sorriso innaturale delle vittime dell’entità è una delle immagini più riconoscibili del cinema horror degli ultimi anni).
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Anche Longlegs si è giocato benissimo le sue carte, ma ha soprattutto puntato sul jolly dei jolly: Nicolas Cage. L’attore di Cuore Selvaggio è ormai da qualche tempo in uno stato di grazia dovuto anche all’accurata selezione dei progetti a cui prendere parte, e l’horror diretto dall’ottimo Oz Perkins si è rivelata l’ennesima scelta azzeccata compiuta in questa particolare fase della sua carriera. La storia è quella di un agente FBI chiamato a indagare sul caso ancora irrisolto di un serial killer che, però, finirà per prendere una strana piega occulta e sovrannaturale: non un film privo di difetti, ma le atmosfere funzionano e il personaggio di Cage è uno di quelli destinati a restare impressi nella memoria degli spettatori.
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Come dimenticare, poi, quello che si candida a diventare il film simbolo di questo 2024? The Substance, con la sua estetica riconoscibilissima e il suo gusto per il body horror, ha già lasciato il segno nella cultura pop e non verrà dimenticato tanto facilmente. La vicenda di Elizabeth, attrice accantonata da Hollywood e dalla TV una volta in là con gli anni, che decide di sottoporsi a un esperimento che le permetterà di vivere a settimane alterne in un corpo più giovane e più bello è una critica spietata al mondo dello spettacolo e alla sua impostazione disgustosamente maschilista e patriarcale, ai social, agli influencer e, last but not least, ad alcune donne che da vittime metabolizzano il sistema al punto da divenire carnefici. Gli effetti visivi squisitamente artigianali fanno centro ogni volta, le menomazioni del corpo di Elizabeth/Sue si fanno di volta in volta più disgustose (ma non quanto le inquadrature ravvicinate a certe bocche colme di cibo), le musiche sono perfette. Un altro film, dopo Povere Creature, da mostrare a chi crede che Barbie ci abbia davvero spiegato il femminismo.
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In chiusura, il passaggio sul futuro di cui dicevamo nella nostra introduzione: il 31 dicembre sarà infatti la volta delle anteprime di Nosferatu, il remake firmato Robert Eggers (The Witch, The Lighthouse) del capolavoro di Murnau. Il personaggio è noto, la storia anche, il rischio di esporsi a paragoni pericolosissimi è alto, il cast è di sicuro affidamento (Bill Skarsgard, Lily-Rose Depp, Willem Dafoe) ed Eggers è un regista che ha già dimostrato, insieme ad Ari Aster, Jordan Peele e pochi altri colleghi, di poter davvero dire qualcosa di nuovo nel genere. La speranza, dunque, è che con uno dei simboli stessi del cinema horror si chiuda in grande un 2024 da urlo (di esultanza, oltre che di paura) e si apra un 2025 che possa rivelarsi altrettanto valido.