Un anno fa, l’11 novembre 2023, avveniva l’omicidio della studentessa di 22 anni, Giulia Cecchettin, da parte del suo ex fidanzato Filippo Turetta e suo compagno di corso di studi all’Università .
Questa è una delle tante storie di amori che dovrebbero essere belli, teneri, freschi, appassionati perché c’è la giovinezza e la leggerezza dell’essere invece nascondono amori malati che non lasciano via di scampo.
Fino a che punto si può credere ad una persona che dice di amarti e poi ti accoltella 75 volte senza pietà . “Non voleva tornare con me” dirà al giudice quando verrà arrestato dopo il suo tentativo di f fuga verso la Germania.
Quando la donna viene ad essere una proprietà , l’amore come possesso, siamo di fronte a qualcosa che non è amore ma solo dominio.
Questa povera ragazza ha perso la vita in modo atroce, brutale a soli cinque giorni dalla sua laurea in Ingegneria biomedica.
Le sue ali sono state tarpate da chi l’avrebbe dovuta proteggere o magari spiccare il volo con lei.
Questi omicidi così come tanti altri fatti di cronaca che vedono come protagonisti giovani che commettono omicidi nei confronti dei genitori, dei figli, dei coetanei, ci deve far riflettere su l’uso della violenza sia essa verbale, fisica, emotiva o psicologica.
Bisogna insistere sul ruolo educativo di scuola e famiglie ai fini di un radicale cambiamento culturale, è ciò che si propone la Fondazione Giulia Cecchettin che ha preso corpo grazie alla volontà del padre di Giulia affinché da una simile tragedia, la società possa crescere e migliorare.
Il vero amore è eterno, l’etimologia stessa della parola amore secondo alcuni indica senza morte
“a-mors”, ciò che si porta dentro.
Quindi quando amate, fatelo con amore.
“amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore:
piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime.
Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane.
Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo,
come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale.
Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro,
poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E siate uniti, ma non troppo vicini:
Le colonne del tempio si ergono distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l’uno all’ombra dell’altro.”
Khalil Gibran