Mentre in Italia sono ancora aperti i seggi elettorali, dall’Europa arrivano i primi verdetti. In Francia vince la Le Pen con il partito Rassemblement National, in Germania l’AfD diventa il secondo partito, in Austria l’FPÖ è il primo partito e in Belgio vince l’N-VA.
L’aspetto che unisce questi partiti è ideologico: estrema destra. Ogni partito presenta peculiarità a sé stanti legati alle diversità economiche e sociali dei singoli paesi, ma la matrice sovranista, populista e di conservatorismo è ben presente in ognuno di essi.
Trattandosi di esiti parziali (in nessun stato europeo sono stati scrutinati tutti i seggi) non si possono dare giudizi definitivi, tuttavia è possibile fare le prime considerazioni: l’Europa ha subito un brutto uppercut. Tutti i partiti vincitori presentano nelle loro proposte elettorali euroscetticismo, che si traduce non solo con una volontà di virare verso stategie più a destra rispetto alle politiche della Von Der Leyen, ma anche con l’uscita dalla moneta unica europea. Gli ideali che hanno caratterizzato l’ultimo ventennio europeo, tra cui inclusione ed emancipazione femminile, vengono totalmente spazzati via da questi partiti politici.
Tra le reazioni dei sconfitti, eclatante è quella di Macron, presidente della repubblica francese. In seguito alla sconfitta del suo partito, doppiato nelle percentuali dalla Le Pen, ha deciso di sciogliere il parlamento francese ed ha indetto nuove elezioni che si terranno il 30 giugno e 7 luglio. Ecco un estratto del suo discorso alle reti unificate francesi:
Francesi, oggi avete votato per le elezioni europee. La lezione principale è chiara: non è un buon risultato per i partiti che difendono l’Europa. Non potrò continuare come se nulla fosse. Ho deciso di restituirvi la scelta del vostro futuro parlamentare attraverso il voto. Per questo motivo questa sera sciolgo l’Assemblea nazionale. È una decisione seria e pesante, ma soprattutto è un atto di fiducia. L’avanzata dei nazionalisti e dei demagoghi rappresenta un pericolo per la nostra nazione, ma anche per la nostra Europa, per il posto della Francia in Europa e nel mondo.
Il partito Rassemblement National è da tempo che si sta preparando a questo trionfo. Alle elezioni europee del 2014 aveva raggiunto il 25%, dieci anni dopo si prepara a vincere con almeno il 32%. Gioiosa della grandiosa vittoria ottenuta dal suo partito, capeggiata dal suo delfino Jordan Bardella, la Le Pen ha esclamato “siamo pronti a governare la Francia“.
Dinanzi ad un simile evento, risuona ancora più attuale il monito di Metternich: in seguito alle dimissioni del re di Francia dopo le proteste del ’48, egli disse “se la Francia ha il raffreddore, tutta l’Europa starnutisce“.
Il sentimento di euroscetticismo ha visto nella Le Pen un baluardo per tutti i partiti di estrema destra d’Europa. La politica francese, da sempre avamposto sovranista e conservatrice prima che diventasse mainstream, si è mostrata coerente con i suoi punti politici sin dalla sua presa del partito. La sua continuità ideologica, suffragata dai risultati positivi progressivi delle elezioni, ha destato interesse in tutti quei partiti che non riuscivano a trovare le corrette chiavi per scardinare le imperanti sinistre. Così, le parole sovranismo, euroscetticismo, uscita dall’eurozona, ecc… sono diventati i perni dei programmi politici delle destre europee.
La dilagante espansione della destra negli ultimi dieci anni dovrà portare l’europarlamento a comprendere le esigenze primarie dei cittadini europei. Il PNRR, strumento per eccellezza di Bruxelles per far sentire vicino l’Europa ai singoli stati dopo la pandemia, sembra non aver avuto nessun effetto. Dalla tornata elettorale emerge che Nazionalismo, difesa dei confini e politiche di austerità sembrano essere gli aspetti essenziali che l’europarlamento dovrebbe affrontare.
La palla ora passerà alla Von der Leyen. Il suo partito, l’EPP (Partito Popolare Europeo), risulta ancora maggioritario. Chiesto un commento a caldo sulle elezioni, la presidente della commissione europea ritiene questo “un buon giorno per l’EPP. Abbiamo vinto, fermeremo gli estremisti“.
Probabilmente sarà un buon giorno per l’europarlamento, però a tinte più scure e cupe rispetto a ieri, auspicando siano più chiare e limpide del domani.